TUMORI CEREBRALI

I tumori cerebrali possono presentarsi a qualsiasi età. Possono manifestarsi con sintomi che sono talvolta comuni ad altre condizioni più semplici e benigne. Alcune di queste condizioni comprendono l’idrocefalo, le crisi epilettiche, cefalee, infezioni e altre.

Solitamente un neurochirurgo non è coinvolto nella valutazione diagnostica fino a quando non viene posta diagnosi radiologica di probabile tumore. Gli esami sono di solito prescritti dal pediatra, dal medico di famiglia o dal neuropsichiatra infantile. A questo punto il neurochirurgo può essere di aiuto nel consigliare il prosieguo dell'iter diagnostico e terapeutico.

In presenza di neoplasie del Sistema Nervoso Centrale le opzioni chirurgiche sono rappresentate dalla biopsia e/o dal trattamento chirurgico. La biopsia viene distinta in “aperta” e “chiusa”. La biopsia aperta implica la temporanea rimozione di una piccola porzione di osso dal cranio per consentire al chirurgo di rimuovere una minima parte di tumore sotto visualizzazione diretta. La biopsia chiusa viene praticata attraverso un piccolo foro nell’osso con l'ausilio di strumenti per la stereotassi o la neuroendoscopia. Nel primo caso il tumore non è visto direttamente dal chirurgo, ma si utilizza la TAC o la Risonanza Magnetica (RM) per determinare la strada che deve essere seguita per effettuare la biopsia. Prima della TAC o della RM viene fissato alla testa del bambino uno speciale casco (frame) che viene “visto” e riconosciuto dalla TAC o RM e consente di calcolare le coordinate del bersaglio e quindi il punto esatto dove inserire lo strumento per la biopsia ed il percorso che esso deve effettuare.

La biopsia può essere inoltre praticata anche con una nuova tecnica: la neuroendoscopia. Con questa metodica si utilizza un endoscopio che viene introdotto nel cervello attraverso un piccolo foro nel cranio. Con questa tecnica il neurochirurgo può visualizzare direttamente il tumore e prelevare un campione per l’esame istologico. Con la visualizzazione diretta è più facile inoltre evitare di danneggiare le strutture circostanti e fronteggiare piccole emorragie.

Altro presidio di grande utilità che viene impiegato presso il nostro centro è il neuronavigatore, che consente di pianificare virtualmente l'intervento chirurgico vero e proprio nonchè di controllare in tempo reale la posizione dei propri strumenti durante l'operazione.

I tumori sono grossolanamente distinti in benigni e maligni. Tale distinzione non è così netta nel caso dei tumori cerebrali rispetto ai tumori che interessano altre parti del corpo. La maggior parte delle persone ritiene che i tumori benigni sono operabili e quindi curabili, mentre i tumori maligni sono altamente aggressivi che diffondono rapidamente nel corpo e sono fatali. Ciò è vero per i tumori che interessano altri distretti corporei. Per quanto riguarda i tumori cerebrali il discorso è leggermente diverso. Dapprima occorre sapere che i tumori del sistema nervoso rimangono nel sistema nervoso. I termini di benigno e maligno si riferiscono più alla velocità di crescita del tumore e al grado di invasione locale del tessuto cerebrale circostante. E', quindi, più corretto definirli di basso grado (WHO I e II) e di alto grado (WHO III e IV). Bisogna infatti tenere presente che non tutti i tumori cerebrali di basso grado sono trattabili o curabili completamente. D’altra parte ci sono tumori di alto grado che possono essere curati.

I tumori cerebrali più comuni sono rappresentati da:

Astrocitoma pilocitico (Grado I), Astrocitoma fibrillare(grado II), Medulloblastoma (grado IV), Ependimoma (grado III), Craniofaringioma.

Uno dei fattori più cruciali dei tumori cerebrali è la loro localizzazione nel cervello. Alcuni si trovano in aree cosiddette neurologicamente “silenti”. Ci sono infatti aree cerebrali che sembrano avere funzioni meno importanti. La rimozione di un tumore da queste aree in genere non determina significative variazioni nelle funzioni del bambino.

Altre aree sono definite neurologicamente più “eloquenti” e sono correlate a funzioni come linguaggio, movimenti, sensazioni, coordinazione e funzioni vitali come la respirazione e il livello di coscienza. Chiaramente l’eventuale rimozione di un tumore da tali aree è accompagnato da un altissimo rischio di creare gravi danni al bambino.

I recenti progressi hanno notevolmente migliorato le tecniche neurochirugiche per l'asportazione di quasi tutti i tumori. Questi comprendono migliori tecniche di immagine, migliori tecniche anestesiologiche , miglior monitoraggio delle principali funzioni cerebrali e spinali durante l’intervento per evitare danni, e inoltre miglioramento e miniaturizzazione delle attrezzature chirurgiche che vengono sviluppate per specifiche necessità e per alcuni tipi di tumore.

Dopo l’intervento chirurgico, sulla scorta del risultato istologico, può essere necessario procedere ad un trattamento chemio- e/o radioterapico. Il neurochirurgo e l’oncologo discutono con i genitori del bambino sul tipo di terapia da intraprendere e sui posibili rischi. Si considerano le varie opzioni e i loro pro e contro. Il tipo di trattamento viene determinato in base all’età del bambino e al livello di funzione.

Solitamente si preferisce utilizzare la chemioterapia come trattamento iniziale nei bambini rispetto alla radioterapia che non può essere impiegata al di sotto dei tre anni.